
Federico
Mainenti
Il segreto per migliorare? Accettare di non essere speciale
7 maggio 2025
SpotifySpoiler: perché non sei un unicorno
Viviamo in un’epoca dove, grazie (o per colpa) dei social, tutti sembrano convinti di essere unici, irripetibili, al centro dell’universo. È comprensibile: certezze che crollano, istituzioni che perdono credibilità… e allora ci si aggrappa a qualcosa. A volte, a se stessi. Anzi, alla convinzione che la propria storia sia così diversa da tutte le altre.
Ma la verità? Non sei speciale. E non è un’offesa. È una liberazione.
Perché sì, ognuno di noi ha il proprio percorso. Ma guardati intorno: chi ti sta accanto affronta – più o meno – le tue stesse sfide. Famiglia, lavoro, relazioni. Nessuno ha la strada spianata, e nessuno è immune alle difficoltà. Questo ci rende normali. E in un certo senso, umani.
Anche nel mondo del fitness questo atteggiamento è sempre più evidente. Persone che cercano “programmi speciali”, “allenamenti su misura per le mie esigenze uniche”. A volte è giusto: ci sono davvero casi che richiedono attenzione specifica. Ma la maggior parte delle volte? È solo un modo elegante per evitare la fatica.
Le regole per ottenere risultati in palestra non sono cambiate. Allenamenti efficaci, progressione, multiarticolari, percentuali di carico calibrate. Roba semplice, ma che funziona. Il vero problema? Serve costanza. Serve disciplina. Serve, soprattutto, sudore.
E no, non è una questione di tempo. È una questione di volontà.
Smettiamola di nasconderci dietro l’etichetta del “caso speciale” per non metterci davvero alla prova. Scegliamo esercizi non per alleggerirci la coscienza, ma per scoprire fin dove possiamo arrivare.
Perché essere principianti non è una vergogna. È un’opportunità. È il primo passo verso qualcosa di grande.
Allora lascia stare l’ego, prendi un obiettivo semplice – il tuo primo push-up, i 10 km sotto l’ora, quei 5 kg in più sul bilanciere – e vai a prendertelo.
Ci vediamo in palestra.